Parto cesareo e puerperio: come prendersi cura del pavimento pelvico portando in fascia
Parto cesareo e puerperio: come prendersi cura del pavimento pelvico portando in fascia
Cosa fanno le mamme di tutto il mondo quando scoprono di essere in attesa? Iniziano a prepararsi per l’arrivo del proprio bambino! Iniziano a sognare come sarà il pancione, a immaginare il bebè, a preparargli la cameretta, si acquistano i primi vestitini, insomma si preparano ad accogliere il neonato nella loro vita. Ma quante di loro pensano anche al parto? Quante future mamme si preparano realmente al cambiamento che interessa il loro corpo dopo il parto e se ne prendono cura nella maniera corretta?
Abbiamo chiesto a Tiziana Guglielmini, fisioterapista alla SSMT di Lugano che ha orientato gran parte della sua formazione sulla riabilitazione del pavimento pelvico di parlarci dei cambiamenti che avvengono nel corpo durante il periodo del puerperio. La nostra esperta, che è anche Consulente del Portare, si è soffermata su alcuni punti ai quale bisogna prestare attenzione, soprattutto in seguito ad un taglio cesareo.
Cosa aspettarsi da un parto cesareo?
Il parto cesareo è un parto a tutti gli effetti ma, allo stesso tempo, è un intervento chirurgico. Per creare l’accesso di uscita per il bebè, vengono completamente recise e/o scollate tutte le strutture presenti a livello addominale basso: pelle, adipe, muscoli, fasce e tessuto connettivo, fino ad arrivare alla parete uterina ed al sacco vitellino. Una volta nato il piccolo le strutture coinvolte vengono accuratamente ricucite ed il taglio viene quindi chiuso.
Spesso si crede che una volta rimarginata completamente la ferita a livello cutaneo anche tutto il resto sia tornato alla “normalità”, ma purtroppo non è così. Le strutture mio-fasciali, quindi muscoli e fasce, hanno dei tempi di recupero e di ripresa ben differenti e più lunghi rispetto alla pelle. Sappiamo bene infatti che i muscoli della parete addominale sono stati soggetti ad un grande cambiamento durante la gravidanza: hanno dovuto allungarsi ed espandersi in modo da accogliere l’aumento del volume dell’utero, senza però perdere la funzione di contenimento degli organi interni che gli è propria.
Dopo il parto i muscoli devono piano piano tornare alla loro lunghezza normale continuando a garantire la funzione di tenuta e questo implica un processo lungo alcuni mesi. Aggiungiamo che, dopo un cesareo, i tessuti hanno un ulteriore lavoro da fare, ovvero ricostruire la zona che è stata recisa. Inoltre, bisogna tenere in considerazione un altro aspetto fondamentale del parto cesareo: la cicatrice.
Come muoversi dopo un parto cesareo per permettere al corpo di riprendersi
Per far sì che il corpo ricostruisca al meglio bisogna lavorare nel modo corretto e con i giusti stimoli. Il massaggio, il trattamento della cicatrice, il lavoro sulla respirazione e l’attivazione corretta della muscolatura addominale e del pavimento pelvico possono essere di grandissimo aiuto, ma non da meno anche un lavoro di attivazione e di correzione dei movimenti risulta essere fondamentale. Andando a lavorare su un discorso di igiene posturale e sull’esecuzione dei movimenti nella maniera corretta, si va ad evitare un sovraccarico delle strutture permettendo al corpo di riparare e ricostruire le fibre nella giusta direzione con la giusta capacità di tenuta. Si dà inoltre così la possibilità di rivascolarizzare i tessuti, cioè ricreare la rete capillare che favorisce la circolazione e microcircolazione sanguigna nella zona interessata dalla lesione.
A questo punto vi starete chiedendo come il pavimento pelvico possa influire sulla cicatrice del cesareo, vero mamme? Ebbene, pavimento pelvico e perineo lavorano in sinergia. Per di più il pavimento pelvico si attiva in concomitanza alla parete addominale bassa, perciò se la parte bassa dei muscoli dell’addome è in qualche modo “sofferente”, come nel caso del taglio cesareo, lo è anche il diaframma pelvico!
Al centro del lavoro di attivazione muscolare corretta deve esserci un lavoro sulla stabilità. Sia i muscoli dell’addome che i muscoli del perineo sono infatti prevalentemente muscoli che lavorano a bassa intensità ma per lunghi periodi di tempo, al contrario dei muscoli forti che lavorano a capacità massimale ma per poco tempo. Dopo il parto avrebbe quindi poco senso, ed anzi diventerebbe molto probabilmente lesivo, andare in palestra a fare i classici percorsi con i macchinari.
Quindi cosa si può fare per rimettersi in forma dopo il parto cesareo? La risposta è molto individuale e il percorso da seguire e intraprendere dipende dallo status di ognuno, dallo stato del corpo e dei tessuti dopo il cesareo.
Come prendersi cura del bambino dopo un parto cesareo? E’ possibile portarlo in fascia?
Nelle prime settimane dopo un parto cesareo è davvero importante permettere che le strutture si rimarginino. Sarebbe quindi indispensabile garantire molti momenti di scarico e di riposo per la neomamma, in posizione litotomica (cioè sdraiati a letto) o semi seduta. I momenti di attività andrebbero limitati, diradati e suddivisi in piccoli tempi durante l’arco della giornata. Se possibile sarebbe quindi ideale tenere il bambino con sé mentre si è a riposo e farsi aiutare nella gestione dei momenti più impegnativi.
Portare nei supporti ergonomici è concesso, come è ovviamente concesso prendere in braccio il proprio bambino, l’importante è che se si è in piedi non venga fatto per periodi troppo lunghi, in modo che la cicatrice (esterna ed interna!) non venga sovraccaricata e sollecitata troppo. Attenzione anche a dove viene posizionata la stoffa della legatura con la fascia e/o ai fascioni dei marsupi.
Bisogna evitare quella sensazione di pressione verso il basso e bisogna fare attenzione che non si ottenga, a livello del tronco, l’effetto di una clessidra o di un tubetto di maionese schiacciato a metà.
È necessario anche evitare che ci sia una modifica dell’assetto posturale e va garantito che il baricentro e lo scarico del peso rimangano sempre nella naturale base d’appoggio della mamma. La colonna vertebrale non dovrebbe essere soggetta a nessuna modifica della curvatura naturale, altrimenti si rischierebbe di soffrire di dolori alla schiena, di sovraccaricare la zona cicatriziale e di spingere tutte le pressioni e gli organi addominali verso la parte addominale bassa e verso il perineo (anteriore).
In caso si pratichi il babywearing in seguito ad un cesareo assume ancora maggior importanza il portare il bambino sulla schiena piuttosto presto per evitare una sollecitazione molto accentuata della parete addominale, della regione dorso-lombare (che come il perineo lavora in connessione con l’addome) e del pavimento pelvico.
Come intuirete i fattori da prendere in considerazione sono moltissimi e molto personali. Il consiglio di Tiziana Guglielmini, è quello di farvi seguire precocemente dalle figure professionali specializzate di riferimento. In questo modo potrete costruire un percorso preventivo o curativo sicuro e sviluppato sulla vostra situazione sia per quanto riguarda la ripresa e la riabilitazione corporea, sia per quanto riguarda il portare nella maniera corretta, sicura ed ergonomica più idonea al vostro caso, per poter tornare alla normalità ed allo svolgimento sicuro delle attività della vita quotidiana.
Tiziana Guglielmini
fisioterapista alla SSMT di Lugano e Consulente del Portare
www.portami-nel-cuore.ch
Photo di copertina: Federica Simoni
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