L'equilibrio della nascita, osteopatia e babywearing per un parto no-stress
Cosa accomuna l'osteopatia con la pratica del babywearing? Ne abbiamo parlato con Sara Orlandini, osteopata che ci ha raccontato i cambiamenti del corpo di mamma e bambino sotto una nuova veste
Le donne che aspettano un bimbo sanno che diventare mamma è sinonimo di enormi cambiamenti, sia mentali sia fisici. Nei nove mesi che precedono il parto il corpo delle donne cambia, si evolve e si modifica per accogliere una nuova vita. Di questo passaggio delicato abbiamo parlato con Sara Orlandini, osteopata che lavora quotidianamente per sostenere le donne nelle varie fasi della loro vita. La nostra esperta collabora in equipe con ostetriche e ci ha raccontato come l’osteopatia può essere usata durante la gravidanza e nel puerperio per aiutare le mamme e i neonati a trovare l’equilibrio giusto per un parto no-stress.
Come si legano osteopatia e gravidanza?
Nell’immaginario comune, o almeno di chi non ha mai provato l’esperienza, l’osteopata è quello che “scrocchia la schiena”, infatti quando dico che lavoro anche con donne in gravidanza, le persone mi guardano con aria stupita perché non capiscono che tipo di trattamento io possa utilizzare su una donna incinta. In questo articolo cercherò di spiegare meglio quanto sia importante il mio contributo. La gravidanza è un’esperienza di iper-fisiologia, significa che durante le 40 settimane di gestazione il funzionamento del corpo della donna supera il limite e va oltre il 100%. L’utero, che è fatto di muscoli, aumenta il suo volume e il bambino si fa letteralmente spazio tra gli organi della mamma che vengono spinti verso l’alto. Ma non solo, le tensioni della parete uterina, del bacino della mamma, dei muscoli, dell’intestino, dell’osso sacro e non solo, sono di intralcio. Il corpo delle donne è preparato per questo ma è possibile - e succede spesso - che se la mamma ha qualche tensione o rigidità già da prima del concepimento, durante la gravidanza si verifichino disturbi legati a questa situazione. Questo accade perché il carico che il corpo supporta è maggiore rispetto a prima e questi disturbi potrebbero ripercuotersi, sia sulla posizione del bambino ancora nella pancia sia sul parto.
Cosa aspettarsi da un trattamento?
Durante i miei trattamenti lavoro per preparare le strutture del corpo della mamma ad accogliere la vita e, quando possibile, comincio già nella fase di pre-concepimento. I trattamenti sulle donne in attesa possono iniziare già dai primissimi mesi di gravidanza, anzi prima si parte meglio è, anche se non è vincolante. Quando nel mio studio arriva una mamma già in attesa avviamo i trattamenti dalla situazione in cui si trova per aiutare il suo corpo ad adattarsi al meglio ai cambiamenti dei mesi successivi. Se tutte le strutture sono in equilibrio è più probabile che la mamma abbia meno sintomi fastidiosi, come “la sciatica” o il mal di schiena e che la posizione del bambino sia più centrata.
Facciamo un piccolo test: chiudete gli occhi e immaginate di essere in uno spazio piccolo e protetto, alla vostra destra sentite morbido e calore mentre dalla parte opposta esattamente il contrario (la consistenza dell’utero è più dura e forse anche fredda); poi arriva il momento in cui dovete incanalarvi e trovare una via di uscita... voi come vi posizionereste?
Noi non lo ricordiamo, ma passare attraverso il canale del parto e trovare la strada per uscire dal grembo materno è un’impresa titanica, il neonato usa tutte le sue forze per trovare il passaggio. E, ancora una volta, il bambino deve farsi spazio all’interno della mamma, questa volta per venire alla luce. Quindi che fare? Bisogna ammorbidire il bacino della mamma, con l’idea di favorire il passaggio del bimbo, infatti più quest’ultimo è mobile e libero da tensioni, più la “danza” del parto sarà armoniosa. Ecco perché è importante agire fin dai primi mesi sul corpo della mamma per eliminare tutte le rigidità che possono crearsi.
Che benefici porta al neonato?
Capita spesso che i neonati abbiano contratture o rigidità dovute al parto o a posizioni intra-uterine. Queste ultime, solitamente, interessano soprattutto i bambini podalici che, nascendo da cesareo, non passano attraverso il canale del parto ma possono accusare posizioni scomode mantenute durante i 9 mesi di gravidanza; o i bambini nati da parto gemellare che hanno con-diviso lo spazio uterino.
Le rigidità dovute al parto, invece, interessano la maggioranza dei bimbi, perché come dicevamo prima, nascere è impegnativo. Ma cosa comportano queste rigidità? Si manifestano a livello del collo, della colonna vertebrale e della testolina dei neonati, possono creare difficoltà all’attaccamento al seno, reflusso, stitichezza o posizioni poco simmetriche della testa. Se notate che il bambino si attacca bene da un lato e non dall’altro o avete dolore da un solo seno, è molto probabile che ci siano tensioni che impediscono al bambino di aprire la bocca nel modo corretto. Così, come le stesse tensioni muscolari possono manifestarsi quando il neonato viene posizionato nella fascia portabebè ed essere erroneamente interpretate come un rifiuto del bambino ad essere legato e portato.
L’osteopatia infantile, attraverso manipolazioni dolci e adatte ai neonati, già dai primissimi giorni di vita, si pone l’obiettivo di liberare il bambino dalle tensioni che lo disturbano, in questo modo migliorano l’attacco al seno, il reflusso, l’irritabilità e le posizioni non simmetriche del collo. Infatti, portare il proprio bambino addosso con una fascia portabebè o un marsupio ergonomico, può alleviare con ottimi risultati la maggior parte di questi disturbi, diventando così una medicina naturale e favorendo il benessere fisiologico di mamme e bimbi.
A quali segnali occorre prestare attenzione?
Un bambino che viene al mondo, ha bisogno di tempo per adattarsi. Gli stimoli sono molto più intensi rispetto a quelli che venivano percepiti nella pancia della mamma e sono molto più frequenti. La luce e i suoni che prima venivano filtrati, ora sono più nitidi e forti. Le consistenze e le diverse temperature sono una nuova esperienza, lo spazio è enorme rispetto a quello occupato nella pancia della mamma.
Come si pongono i neonati di fronte a questi stimoli? Noterete che i vostri bambini all’inizio tengono i pugni chiusi vicino al viso, in una sorta di posizione di difesa, che è anche uno dei segnali primari della predisposizione del cucciolo d’uomo ad essere portato. I neonati sentono l’impulso di difendersi per far fronte a tutto quello che c’è di nuovo, la cosa migliore che possiamo fare noi è sostenerli e contenerli per ricreare la sensazione che vivevano prima nel grembo materno, dando una pronta risposta ai bisogni vitali del bambino.
Come possiamo aiutarli in questa fase?
Uno degli strumenti che preferisco per accompagnare i piccoli in questa primo momento è la fascia per neonati, l’unico supporto utilizzabile fin dai primi momenti di vita è una vera coccola. Perfettamente adattabile al corpo dell’adulto e del neonato, lega entrambi in un abbraccio morbido e caldo, permette al bambino di sentirsi contenuto grazie alla sua avvolgenza e di godere del contatto pelle a pelle con il genitore che lo porta, ascoltando il respiro e il battito cardiaco di mamma proprio come quando era nella sua pancia, cullato dai movimenti del corpo dell’adulto. La fascia portabebè, elastica o rigida per neonati aiuta anche la termoregolazione del corpo, grazie al calore del genitore, il piccolo potrà rilassarsi tra le braccia di mamma o papà. Portare in fascia inoltre permette al genitore di avere le mani libere e, grazie alla posizione fisiologica assunta dal bambino portato, di tenere la situazione sempre sotto controllo senza gravare sulla schiena.
Durante il parto lo sforzo è notevole per entrambi e spesso ci si dimentica che anche la mamma ha bisogno di attenzioni, contenimento e sostegno nel post parto. Ad esempio è molto comune che, durante il puerperio, si sviluppino sintomi a carico dei polsi che vengono sollecitati più di prima per accudire il bambino. I molteplici movimenti compiuti per sollevare il piccolo, tenerlo in braccio, vestirlo, cambiare il pannolino, cullarlo, sono la causa dei tipici fastidi che molte mamme riferiscono soprattutto nei primissimi mesi di vita del neonato.
Le parestesie notturne alle mani - ovvero il formicolio o l’addormentamento degli arti che vi svegliano di notte - sono già un primissimo campanello di allarme per correre ai ripari. Il formicolio o il dolore ai polsi sono problematiche legate a un drenaggio non ottimale: quando i tessuti corporei sono tesi fungono da diga e non rilasciano correttamente liquidi e tossine. Tutto ciò può portare a infiammazione. Ecco che il babywearing si pone come valido aiuto per tutti i neogenitori. La fascia per neonati e il marsupio portabebè sono strumenti che aiutano a prevenire problemi a carico delle braccia, dei polsi e della schiena della mamma oltre ad aiutare il piccolo nel passaggio alla vita extrauterina, è indispensabile prevenire posizioni scorrette della mamma o del papà, tenere in braccio il proprio bambino senza sostegno per molto tempo può essere dannoso per la schiena.
È importante agire di prevenzione, sempre. L’osteopatia è un valido alleato per prevenire, prendersi cura e sostenere il proprio corpo nell’adattamento delle varie fasi, dal concepimento al post parto, e volendo per tutto il corso della vita. La pratica del babywearing è totalmente in sinergia con il trattamento osteopatico e può diventare uno specchio delle necessità fisiologiche e muscolari della diade, nonostante possano sembrare due discipline non correlate fra loro. Le mamme dovrebbero ricordarsi che chiedere il parere dell’osteopata e contattare una professionista del babywearing può rivelarsi davvero benefico per iniziare con serenità la nuova vita insieme.
Sara Orlandini è un’Osteopata che lavora con le donne e collabora con un team di ostetriche. Potete trovarla su Instagram come @osteopatasaraorlandini
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