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Perché il contatto mamma e figlio stimola la sensibilità materna

Perché il contatto mamma e figlio stimola la sensibilità materna

È un legame eterno, che inizia in pancia.
Trasmette emozioni che si estendono a tutta la famiglia, non solo nel rapporto mamma e figlio, e aiuta a rendere ogni momento della giornata più intenso.
Nasce in pancia quindi ed è un unione destinata a diventare sempre più bella, settimana dopo settimana, dal momento del parto, fino alla nascita e poi a tutte le prime conquiste del neonato. Dall’attimo in cui una mamma prende in braccio suo figlio per la prima volta si crea una magia difficile da dimenticare anche dopo anni dal parto, che risveglia da ogni paura, ansia, dai dubbi di non essere capace di essere madre.

Come si sviluppa il contatto mamma e figlio

A prescindere dal carattere e dallo stato emotivo della madre, il contatto mamma e figlio cresce giorno dopo giorno. Sono le situazioni quotidiane a dettare i ritmi, le sensazioni che sente ogni genitore ma anche lo stile di vita. In qualsiasi momento della giornata, sentire il proprio bambino, quasi come se fosse una continuazione del proprio corpo, è una cosa naturale. La voglia di baciarlo e abbracciarlo di continuo, stringerlo a sé mentre gli si fa il bagnetto, averlo tra le braccia per farlo addormentare. Viverlo nel quotidiano aiuta a rafforzare quel senso di protezione e accudimento insito nel genitore e a creare una sensibilità materna che si coltiva proprio con l’alto contatto. Alimentare il contatto mamma e figlio diventa quindi naturale ma anche benefico, soprattutto se si pratica il babywearing e si decide di utilizzare una fascia porta bebè o un marsupio ergonomico.

L’importanza del contatto fisico tra mamma e neonato

Mamma e figlio hanno bisogno dell’alto contatto; per il neonato diventa addirittura una necessità biologica, soprattutto nei primi mesi di vita. Oggi, in tanti ospedali è stato attivato anche un protocollo che si chiama skin to skin (pelle a pelle) in cui, subito dopo il parto, mamma e figlio trascorrono le prime due ore di vita insieme, momenti utili per viversi in maniera intensa, importanti per riconoscere l’odore della pelle e il suono della voce della madre.

Lo skin to skin è fondamentale per il bambino appena nato ma anche per la mamma che ha appena partorito. L’averlo vicino a sé permette di rilasciare l’ormone dell’amore, l’ossitocina, e aiuta a vivere il post parto con più serenità.

Essere una mamma ad alto contatto è un approccio naturale, che viene promosso anche dai pediatri. Prende il nome di Attachment Parenting ed è una pratica in cui si sviluppa l’empatia e l’ascolto dei bisogni, del neonato e della mamma. Con questo approccio si acquista una sensibilità materna prima sconosciuta, che cresce durante l’allattamento al seno e con il portare addosso il proprio bambino. Il babywearing, infatti, non ha solo il grande vantaggio di aiutare chi porta a essere libero di muoversi mentre tiene a sé suo figlio, ma alimenta quel contatto naturale di cui abbiamo parlato fino ad adesso. Ecco perché essere genitori ad alto contatto facilita la vita in diversi aspetti del quotidiano, prima di tutto nel creare una relazione di fiducia che consente di mettere in piedi un’identità definita nel bambino già dai primi mesi dalla sua nascita.

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