Babywearing e disabilità: possibilità e usi terapeutici della pratica del portare
Il rapporto tra babywearing e disabilità è un argomento poco trattato, online. Scandagliando il web si trova pochissimo materiale in italiano, e anche in inglese la letteratura scientifica è piuttosto esigua. Consapevoli di non poter colmare il vuoto, ci piacerebbe mettere a disposizione di tutti le nozioni, le riflessioni e i materiali raccolti in questi anni di divulgazione e di supporto pratico a migliaia di famiglie.
A questo proposito, è importante una premessa: la pratica del portare può sembrare, a una prima analisi, un insieme di supporti ergonomici e indicazioni pratiche da rispettare. E in parte è vero, questi sono aspetti importanti. È altresì fondamentale, però, che il percorso di babywearing tenga conto delle specificità, delle esigenze e delle difficoltà di ogni singolo individuo. E questo è ancor più vero quando sono coinvolti bambini o genitori con disabilità.
“Babywearing per tutti”, si può dire?
Facendo ricerca online ci siamo imbattute in Tania Talks, blogger disabile inglese che pubblica sul suo blog moltissimo materiale informativo su come utilizzare il babywearing in presenza di una disabilità motoria. Tania, come annuncia sul suo profilo Instagram, è anche un’istruttrice babywearing certificata.
Siamo rimaste particolarmente colpite da un articolo del 2019 intitolato “Babywearing per tutti - una retorica pericolosa”. Tania racconta di come un’utente Facebook le avesse chiesto il permesso di pubblicare, in un gruppo di supporto tra mamme, una foto in cui portava la figlia in fascia mentre era seduta sulla sua sedia a rotelle. L’immagine sarebbe servita ad incoraggiare le donne nel gruppo a perseverare nel proposito di portare, specie quelle che lamentavano dolore alla schiena e altre difficoltà fisiche.
Il proposito apparentemente nobile dietro a questa idea, però, nasconde un pensiero abilista: se ce l’ha fatta “perfino” lei, allora è possibile per tutte. La realtà dei fatti, naturalmente, è diversa. Non per tutti è possibile portare. Potrebbero esserci situazioni in cui il dolore a una parte del corpo (peraltro, non necessariamente in presenza di disabilità) rende impossibile l’utilizzo di qualsiasi supporto. Il nostro compito è offrire alle persone che vengono in contatto con noi tutta la nostra gamma di portabebè e tutte le nostre competenze per tentare, insieme, ogni strada possibile.
Come ribadisce la consulente californiana Laurel McCarthy fondatrice del portale di babywearing Carrymeaway, la scelta del supporto, per un genitore con disabilità, deve tenere conto delle singole esigenze e difficoltà. Sarà necessario ad esempio propendere, in caso di debolezza ai muscoli della schiena, per supporti che non sovraccaricano quell’area, o, nel caso di un genitore in sedia a rotelle, preferire chiusure semplici e compatibili con lo schienale. In presenza di un deficit motorio, invece, sarà opportuno sperimentare un supporto che permetta al genitore di tensionare senza troppa fatica così da non sovraccaricare la muscolatura.
Il primo passo è, naturalmente, l’ascolto delle esigenze, dei desideri e delle difficoltà della persona che desidera portare, per poi passare a proposte concrete e tentativi pratici. Può essere importante, in questa fase, la sinergia con altri specialisti, come dottori e fisioterapisti, per trovare la soluzione più confortevole per l’adulto e per il bambino.
Vantaggi del babywearing con bimbi disabili
Complementare a questo discorso, naturalmente, è quello sull’utilizzo del babywearing con bambini disabili. Alcuni vantaggi terapeutici di questa pratica sono documentati da una ricerca del 2016 di Robyn Reynolds Miller, infermiera e formatrice presso l’università dell’Oklahoma e fondatrice del sito Therapeutic Babywearing, che raccoglie moltissime risorse sul tema.
Miller paragona il portare con due pratiche simili, dall’efficacia scientificamente consolidata, ovvero lo Skin to Skin (STS) e la Kangaroo Mother Care. Entrambe consistono nell’utilizzare il genitore come “terapia” per i bambini nati prematuri, incoraggiando il contatto pelle a pelle anche attraverso l’uso di supporti per il babywearing.
Nella stesura di questo articolo abbiamo unito i risultati della ricerca di Miller con l’esperienza maturata sul campo in questi anni dalla nostra collaboratrice Maria Vittoria Previde Massara, consulente di babywearing certificata e laureata in Scienze e tecniche psicologiche. Abbiamo individuato, così, alcune aree in cui il babywearing può effettivamente offrire particolari benefici nell’accudimento di bimbi disabili:
Effetti analgesici e calmanti:
Il babywearing ha la capacità di contenere il bambino e sollecitarlo allo stesso tempo. Le oscillazioni del corpo del genitore hanno un effetto calmante e addirittura analgesico, come dimostrato da alcuni studi sullo Skin to skin riportati dal portale Babywearing Italia. La pratica del portare, dunque, può rendere più gestibili per la famiglia e più sopportabili per il piccolo anche visite mediche o terapie che provocano dolore. Il contenimento nel portabebè può inoltre fungere da filtro per eventuali sovrastimolazioni provenienti dall’ambiente esterno e aiuta a dosare gli impulsi sensoriali.
Aiuto nello sviluppo motorio:
Portare i bambini può contribuire al loro sviluppo motorio. Il contatto costante con il corpo del portatore, infatti, stimola i recettori localizzati nelle articolazioni, nei muscoli e i tendini, conferendo al bambino una percezione sempre più consapevole del proprio corpo e della propria postura. In caso di basso tono muscolare, dunque, il babywearing potrebbe rappresentare una terapia, oltre che uno strumento utile per esplorare il mondo evitando l’affaticamento.
I portabebè ergonomici, inoltre, utilizzati correttamente, assicurano il rispetto della fisiologia del bambino, permettendogli di assumere le posizioni più adatte per lo sviluppo delle anche e della colonna vertebrale. L’International Hip Dysplasia Institute consiglia infatti l’utilizzo dei portabebè per la prevenzione e la cura della displasia delle anche. Partendo dal presupposto che ogni situazione è a sè e va sostenuta e accompagnata dall’equipe di riferimento, troviamo nell’halfbuckle un buon alleato per portare i bambini che necessitano del supporto del tutore. Questo portabebè, infatti, permette loro di praticare l’esperienza del babywearing nel totale rispetto delle prescrizioni degli specialisti.
Vantaggi psicologici e sociali:
Il babywearing promuove l’attaccamento tra il genitore e il bambino e aiuta la creazione del legame aumentando la sensibilità del caregiver ai bisogni infantili. Il contatto tra il corpo del bambino e quello del portatore stimola la stessa risposta neuroendocrina che si verifica durante parto e allattamento, facilitando il rilascio di ossitocina ed endorfine. Questo può sostenere anche i genitori di bimbi in affido o in adozione nella costruzione della relazione, che potrà svilupparsi gradualmente, nel rispetto dei tempi di tutti, diventando via via sempre più profonda.
Permette inoltre la risoluzione di problemi pratici, come gli spostamenti in presenza di barriere architettoniche o di apparecchiature mediche come saturimetro e PEG. Questo permette l’inclusione delle famiglie in spazi sociali che altrimenti potrebbero essere loro preclusi, e aiuta i genitori a vivere in maniera positiva il rapporto con i propri figli.
Non è sempre facile (ma noi vogliamo sperare!)
Nonostante gli innegabili vantaggi, pregiudizi e difficoltà sociali non mancano. Riportiamo qui l’ estratto di un post che la consulente Elena Sacco, mamma di un bambino con disabilità, ha pubblicato alcuni anni fa:
“Inizia a smettere di legarlo in quelle bellissime stoffe e vedrai che inizierà a camminare!”
“Certo che se lo tieni sempre addosso, non inizierà mai…”
“E’ solo pigro, se lo mettessi giù, invece di portarlo in fascia, sicuramente...”
E quelle parole pesano come macigni quando tu sai che, sicuramente, qualcosa non sta andando nel modo regolare, anche se tutti attorno a te continuano a ripetere che “ogni bambino ha i suoi tempi”, pediatra compreso. Anche se sai che la ricerca scientifica spiega bene quanto sia importante e ricca la stimolazione vestibolare del portato in fascia. Anche se sai che quel contatto corporeo continuativo e contenuto sia fondamentale tanto per la vostra relazione, quanto per uno sviluppo ottimale del tuo bambino.
Elena poi continua:
Il Portare poi in questi casi non è solo un’importante forma di stimolazione fisico-percettiva per il portato, ma può essere anche di grande conforto e cura per il portatore che attraversa l’elaborazione del lutto del proprio bambino ideale: sop-porto il dolore, sup-porto mio figlio, mi concedo mani libere e passo svelto per buttarmi nelle faccende normali della vita, continuando l’accudimento di questo bambino reale, ma, concedetemi di dirlo, distaccandomene anche un po’ con il pensiero per qualche momento.
Le frasi che Elena trascrive all’inizio del suo post possono fare molto male. È normale che ci siano persone che non conoscono il babywearing, e ovviamente non c’è colpa in questo. Siamo piuttosto abituate, per la verità, a sentir dire che è una pratica che genera figli mammoni e poco autonomi, cosa ovviamente del tutto inesatta. Ma auspichiamo un cambiamento sociale su questi punti, specie per tutti quei genitori che si sentono dire “lo metta giù, è abbastanza grande per usare le sue gambe”, e magari portano in spalla un bambino che, a causa della sua disabilità, non può camminare.
Vorremmo vedere progressi nella ricerca scientifica sull’utilizzo del babywearing con bambini e genitori disabili, vorremmo più materiale informativo sia online che offline. Ci piacerebbe che più insegnanti e consulenti del portare ricevessero formazione in modo specifico su questi temi, perchè nessun genitore si senta rispondere “non saprei cosa consigliarle” o “non mi prendo questa responsabilità”. Non è un percorso facile, ci saranno tanti ostacoli, ma siamo convinte che sia possibile costruire, anche nell’ambito del babywearing, un mondo più inclusivo e più giusto.
Come ottenere supporto e consulenza
Per fortuna esiste una rete di esperti di Babywearing in tutta Italia. Vi invitiamo a scriverci all’indirizzo info@gioiababy.com spiegandoci le vostre esigenze, e saremo felici di indirizzarvi alla persona più vicina a voi.
Noi abbiamo poi la fortuna di collaborare con Maria Vittoria Previde Massara, che oltre a titoli e certificazioni possiede una grande esperienza nel campo della disabilità, come professionista e come mamma di bambini disabili. Maria Vittoria è attiva nell’area di Vigevano, ma svolge anche consulenze online. La potete contattare tramite la sua pagina Instagram oppure attraverso il suo sito web.
Sulla pagina Instagram di Gioia Baby, inoltre, trovate la registrazione di una diretta in cui ci siamo confrontate con Maria Vittoria proprio sul tema “babywearing e disabilità”.
Bibliografia:
Babywearing e Kangaroo mother care - UPPA 2013 (aggiornato nel 2023)
https://www.uppa.it/babywearing-kangaroo-mother-care/
Bambini prematuri: genitori come “farmaci naturali” UPPA 2022
uppa.it/neonati-pretermine-genitori-come-farmaci-naturali/
Fascia porta bebè e altri supporti: come scegliere? UPPA 2023
https://www.uppa.it/fascia-porta-bebe-e-altri-supporti-come-scegliere/
Babywearing e bisogni speciali: portare i bambini con disturbo dello spettro autistico 2017
http://www.babywearingitalia.it/babywearing-e-bisogni-speciali-portare-i-bimbi-con-disturbo-dello-spettro-autistico/
BW Life: Vivere il Portare PORTARE E DISABILITÀ - Facebook - Elena Sacco
https://tinyurl.com/bwlabbabywearingdisabilita
Potential Therapeutic Benefits of Babywearing Robyn Reynolds-Miller 2016
https://connect.springerpub.com/content/sgrcn/22/1/17.abstract
Therapeutic Babywearing - sito di Robyn Reynolds-Miller
https://therapeuticbabywearing.com/
The benefits of babywearing in children with disabilities
https://www.ankalia.com.au/journal/baby-carrier-children-with-disabilities/
Baby Wearing with a Disability – What works and What Doesn’t
https://www.carrymeaway.com/baby-wearing-with-a-disability-what-works-and-what-doesnt/
Babywearing for all - a harmful rhetoric - Tania Talks 2019
https://www.whentaniatalks.com/babywearing-for-all/
Il linguaggio della pelle. Il senso del tatto nello sviluppo fisico e comportamentale del bambino - Ashley Montagu 2021
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